Architetto iunior a Palermo – Alessandro Troia

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Condono edilizio in arrivo: coinvolgerà l’80% delle case.

Una serie di iniziative è stata proposta per regolarizzare le piccole discrepanze o le irregolarità strutturali presenti, secondo un’analisi condotta dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri, che riguarda approssimativamente l’80% del patrimonio immobiliare italiano.

Il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti sta elaborando una serie di normative per intervenire sulle questioni abitative, rispondendo alle richieste provenienti dalle amministrazioni locali, dalle associazioni e dagli enti del settore edilizio. Questo è quanto comunicato dal dicastero guidato da Matteo Salvini, che ha spiegato come tali misure mirino a regolarizzare le piccole difformità o irregolarità strutturali che coinvolgono, secondo un rapporto del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, quasi l’80% del patrimonio immobiliare italiano. Questa dichiarazione ha immediatamente suscitato reazioni politiche dall’opposizione.

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha accolto con cautela l’iniziativa del suo alleato di governo, affermando di non essere a conoscenza della proposta di legge di Salvini per la salvaguardia delle case. “Salvini mi aveva accennato qualcosa tempo fa, ma oggi ha ribadito di lavorare a questa norma che però non conosco”, ha dichiarato Meloni durante un’intervista a “Porta a Porta”. “Ho letto il comunicato del Ministero dei Trasporti che parla di regolarizzare piccole difformità interne, come la costruzione di tramezzi per dividere stanze. Se questo è l’obiettivo, possiamo discuterne, ma non posso esprimere un giudizio su una legge che non ho letto”.

La portata di queste normative viene ulteriormente delineata nella nota del Ministero, che precisa che esse riguarderanno difformità di natura formale, legate alle interpretazioni incerte delle attuali normative; difformità edilizie “interne”, relative a modifiche minori apportate alle singole unità immobiliari, come la costruzione di tramezzi o soppalchi; e difformità che, pur potendo essere regolarizzate al momento dell’intervento, non possono essere sanate a causa delle attuali restrizioni normative. Inoltre, tali norme permetteranno anche il cambio di destinazione d’uso degli immobili tra categorie simili.

Il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti ha delineato una serie di linee guida, risultato di discussioni interne e proposte emerse da incontri precedenti sul tema, che hanno portato alla formulazione di una bozza normativa. Queste linee guida sono state presentate durante una riunione sul piano casa presso il Ministero, alla presenza del vicepremier e ministro Matteo Salvini, insieme al Dipartimento per la Programmazione e il Coordinamento della Politica Economica e circa 50 rappresentanti di istituzioni, enti, associazioni, ordini professionali e fondazioni del settore.

La motivazione principale di questa iniziativa, secondo quanto spiegato dal Ministero, è la tutela dei piccoli proprietari immobiliari, molti dei quali attendono da molto tempo una regolarizzazione della loro situazione abitativa. Questi proprietari spesso si trovano nella difficoltà di ristrutturare o vendere le proprie case a causa delle incertezze legate alla regolarità dell’immobile. Inoltre, si mira a ridurre il carico di lavoro degli uffici tecnici comunali, che sono sovraccaricati dalle richieste di sanatoria.

Stefano Betti, vicepresidente dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili (Ance), ha sottolineato che il provvedimento proposto non è un condono, ma mira a risolvere piccole difformità formali all’interno delle abitazioni, risalenti al periodo antecedente il 1977, e che sono considerate di natura minima. Tuttavia, ha anche evidenziato che questa iniziativa rappresenta solo una soluzione parziale rispetto alle sfide più ampie nel campo dell’edilizia, suggerendo la necessità di rivedere normative più datate come il Testo Unico sull’Edilizia e la Legge Nazionale Urbanistica per affrontare le questioni di rigenerazione urbana in modo più completo.

Le reazioni politiche all’annuncio sono state contrastanti: il Partito Democratico ha criticato aspramente il Ministro Salvini, definendo la sua gestione delle politiche abitative come disastrosa e sottolineando la necessità di un piano nazionale per sostenere l’affitto e promuovere l’edilizia residenziale pubblica. Anche Legambiente ha espresso preoccupazione, affermando che la vera soluzione contro l’abusivismo edilizio risiede nel rafforzamento della legalità anziché nell’adozione di nuovi condoni, che potrebbero incoraggiare ulteriormente pratiche illegali nel settore immobiliare.

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SUPERBONUS 110% – Problemi o contenzioso?

Sei proprietario di un immobile facente parte di un Condominio dove non è mai stato avviato un cantiere con Superbonus 110%?

Il tecnico che ha svolto lo STUDIO PRELIMINARE DI FATTIBILITA’ TECNICO – ECONOMICA PER L’ACCESSO AL “SUPERBONUS 110%” vi richiede la parcella, avendo presentato la CILAS ma senza aver iniziato i lavori?

Chi paga gli errori del superbonus 110%?

Gli errori o le violazioni delle normative relative al 110% bonus in Italia possono comportare conseguenze finanziarie per il contribuente che ha effettuato gli interventi e ha richiesto la detrazione fiscale. In generale, è responsabilità del contribuente assicurarsi di seguire correttamente tutte le regole e i requisiti per poter beneficiare dell’incentivo.

Se vengono rilevati errori o violazioni durante il processo di verifica dell’Agenzia delle Entrate o di altre autorità competenti, potrebbero verificarsi le seguenti situazioni:

  1. Ritiro della detrazione: Se si scopre che il contribuente ha presentato richieste di detrazione per spese non ammissibili o ha fornito informazioni inaccuratamente, l’Agenzia delle Entrate potrebbe ritirare la detrazione e richiedere al contribuente di restituire l’importo indebitamente ricevuto.
  2. Sanzioni e interessi: Oltre al ritiro della detrazione, potrebbero essere applicate sanzioni e interessi sulle somme indebitamente detratte. Le sanzioni possono variare in base alla gravità dell’errore o della violazione.
  3. Procedure legali: In casi gravi di frode o falsificazione, potrebbero essere avviate procedure legali contro il contribuente. Ciò potrebbe comportare conseguenze legali e, in alcuni casi, sanzioni penali.

Per cui la responsabilità ricade, in primis, sul beneficiario committente del Superbonus, ossia il proprietario dell’immobile. Questo anche se l’infrazione o l’errore è stato commesso dal tecnico professionista.

Quando si perde il diritto al superbonus 110%?

Il diritto al Superbonus del 110% in Italia può essere perso in diverse circostanze. Ecco alcune situazioni in cui si può perdere il diritto a ottenere o mantenere il beneficio:

  1. Mancata conformità agli interventi agevolati: Per beneficiare del Superbonus, è necessario effettuare interventi specifici che rientrino nelle categorie previste dalla normativa. Se gli interventi non sono conformi alle regole stabilite o non rispettano i requisiti previsti, il contribuente potrebbe perdere il diritto al beneficio.
  2. Mancata documentazione corretta: La documentazione relativa agli interventi deve essere accurata e completa. Se il contribuente non fornisce la documentazione richiesta o se questa è incompleta o inaccurata, potrebbe perdere il diritto al Superbonus.
  3. Utilizzo improprio o abuso: Se emergono situazioni di utilizzo improprio o abuso del Superbonus, ad esempio mediante frode fiscale o presentazione di documenti falsi, il contribuente può perdere il diritto al beneficio e affrontare conseguenze legali.
  4. Scadenza dei termini: È importante rispettare i termini previsti per la presentazione delle richieste e la realizzazione degli interventi. Se i lavori non vengono completati entro i tempi stabiliti o se le richieste non vengono presentate nei tempi previsti, si potrebbe perdere il diritto al Superbonus.
  5. Cambiamenti normativi: Le normative fiscali possono subire cambiamenti nel tempo. Se vengono apportate modifiche alle leggi che riguardano il Superbonus, ciò potrebbe influenzare la disponibilità o i requisiti per ottenere l’incentivo.

In caso di dubbi o per ottenere informazioni specifiche sulla tua situazione, è consigliabile consultare un tecnico professionista (Architetto Geometra o Ingegnere) o professionisti del settore fiscale o legale. Queste figura possono fornire consulenza personalizzata in base alla normativa attuale e alle tue circostanze specifiche.

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SANATORIA EDILIZIA IN SICILIA PER PICCOLE IRREGOLARITA’?

Arriverà la Nuova Sanatoria Edilizia per piccole irregolarità? Pagando delle sanzioni amministrative ai Comuni possono essere sanate? o Sanzioni penali?

Sanatoria Edilizia: La sanatoria edilizia è una misura che può essere adottata da un governo o da un’autorità locale per regolarizzare costruzioni o ristrutturazioni edilizie effettuate in violazione delle normative edilizie esistenti. Questo può coinvolgere edifici che sono stati costruiti senza permessi o in modo non conforme alle leggi edilizie. La sanatoria edilizia di solito comporta il pagamento di sanzioni o tariffe specifiche per regolarizzare la situazione.

La sanatoria edilizia di solito riguarda sanzioni amministrative, non sanzioni penali.

Nel contesto della sanatoria edilizia, il termine “sanzioni amministrative” fa riferimento a multe, penalità o altre sanzioni finanziarie che possono essere imposte dalle autorità locali o regionali per violazioni delle normative edilizie, come la costruzione senza permesso o la violazione delle regole di zonizzazione. Queste sanzioni amministrative sono di natura civile e non implicano procedimenti penali o la possibilità di essere condannati a pene detentive.

Tuttavia, è importante notare che la sanatoria edilizia può comportare il pagamento di queste sanzioni amministrative per regolarizzare la situazione edilizia, consentendo così ai proprietari di edifici di mettere a posto la loro situazione legale e ottenere i permessi necessari. Le specifiche regole e procedure per la sanatoria edilizia possono variare notevolmente da una giurisdizione all’altra, quindi è importante consultare le leggi locali o rivolgersi alle autorità competenti per ulteriori informazioni specifiche sulle sanzioni amministrative legate alla sanatoria edilizia nella tua zona.

Le sanzioni penali sono relative a reati di natura penale che possono portare a procedimenti giudiziari e, se una persona è riconosciuta colpevole, a pene detentive o altre sanzioni penali.

Tuttavia, la situazione può variare in base alla legislazione edilizia specifica del paese o della giurisdizione in cui si trova l’edificio. In molti casi, le violazioni delle normative edilizie sono trattate principalmente come questioni amministrative e comportano sanzioni amministrative, come multe o l’obbligo di rimediare alle violazioni.

Per ottenere informazioni specifiche sulle sanzioni, sia amministrative che penali, relative a una violazione delle normative edilizie in una determinata area, ti consiglio di consultare un avvocato specializzato in diritto edilizio o di contattare le autorità locali competenti.

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SCONTO IN FATTURA, L’INVIO RITARDATO ALLO SDI METTE A RISCHIO IL 110%

Lo “sconto in fattura” è una pratica che consente a un fornitore di offrire uno sconto ai propri clienti direttamente sulla fattura. Questo sconto può essere utilizzato come un incentivo per incoraggiare i clienti a pagare in anticipo o entro una determinata scadenza. Tuttavia, è importante notare che l’applicazione di uno sconto in fattura deve essere correttamente documentata e in conformità con le leggi e i regolamenti fiscali.

L’invio ritardato delle fatture al Sistema di Interscambio (SDI) in Italia può comportare delle conseguenze, ma non è direttamente correlato al concetto di “rischio del 110%”. Il “110%” si riferisce all’incentivo fiscale noto come “Superbonus 110%” che riguarda gli interventi di efficienza energetica e riqualificazione edilizia in Italia. Questo bonus prevede la possibilità di detrarre fino al 110% delle spese sostenute per determinati lavori.

Il collegamento tra l’invio ritardato delle fatture al SDI e il rischio del 110% potrebbe derivare dal fatto che, per beneficiare del Superbonus 110%, è necessario che le spese siano documentate correttamente e siano presentate tutte le informazioni richieste all’Agenzia delle Entrate, comprese le fatture. Un ritardo nell’invio delle fatture potrebbe comportare ritardi nella presentazione dei documenti necessari per ottenere il beneficio fiscale.

Pertanto, è importante mantenere un registro accurato delle spese e delle fatture, assicurandosi di inviarle al SDI in tempo per ottenere i benefici fiscali a cui si ha diritto. Si consiglia sempre di consultare un professionista fiscale o legale per comprendere appieno le implicazioni fiscali delle vostre attività commerciali e per garantire la conformità alle leggi e ai regolamenti locali.

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Art. 20 della l.r. 4/2003 – Come Regolarizzare la Tua Veranda a Palermo: Guida Completa alla Conformità Normativa

Introduzione: Se possiedi una veranda nella splendida città di Palermo, in Sicilia, sai quanto possa essere un luogo piacevole per rilassarti e goderti il clima mediterraneo. Tuttavia, per godere appieno di questo spazio, è importante assicurarsi che la tua veranda sia regolare dal punto di vista burocratico. In questo articolo, ti guideremo attraverso i passi necessari per regolarizzare la tua veranda a Palermo, in modo da poterla utilizzare senza preoccupazioni legali.

1. Consulta le Normative Locali: La prima cosa da fare quando si desidera regolarizzare una veranda a Palermo è consultare le normative locali e le leggi comunali che riguardano la costruzione e l’uso delle verande. Queste normative possono variare da quartiere a quartiere, quindi è importante essere informati sulle regole specifiche nella tua zona.

2. Verifica la Documentazione Esistente: Assicurati di avere tutta la documentazione relativa alla tua veranda, inclusi i permessi di costruzione originali, i disegni e qualsiasi altro documento rilevante. Questi documenti saranno fondamentali nel processo di regolarizzazione.

3. Richiedi una Visita Tecnica: Contatta il servizio urbanistico del Comune di Palermo per richiedere una visita tecnica alla tua veranda. Un ispettore valuterà la conformità della struttura alle normative vigenti e identificherà eventuali problemi da risolvere.

4. Fai le Necessarie Modifiche: Se durante la visita tecnica emergono problemi o incongruenze, sarai tenuto a fare le modifiche necessarie per rendere la tua veranda conforme alle normative. Questo potrebbe includere aggiornamenti strutturali, modifiche estetiche o altre correzioni.

5. Presenta la Documentazione Aggiornata: Una volta completate le modifiche, presenta al Comune la documentazione aggiornata, inclusi tutti i permessi e le certificazioni richieste. Assicurati di fornire tutte le informazioni richieste in modo completo e accurato.

6. Attendi l’Approvazione: Dopo aver presentato la documentazione, dovrai attendere l’approvazione delle autorità competenti. Questo processo può richiedere del tempo, quindi sii paziente.

7. Goditi la Tua Veranda in Tutto Relax: Una volta ottenuta l’approvazione e la regolarizzazione, potrai finalmente goderti la tua veranda senza preoccuparti di problemi legali.

Conclusione: Regolarizzare una veranda a Palermo, in Sicilia, richiede pazienza e impegno, ma è un passo fondamentale per assicurarti di poter godere appieno di questo spazio esterno senza intoppi. Segui attentamente i passi descritti in questa guida e potrai trascorrere momenti indimenticabili nella tua veranda palermitana.

Ricorda che è sempre consigliabile consultare un professionista ed essere in conformità con tutte le leggi locali prima di intraprendere qualsiasi progetto di regolarizzazione.

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L’abuso edilizio deve essere demolito!

L’abuso edilizio è una violazione delle leggi e dei regolamenti edilizi che governano la costruzione e la ristrutturazione di edifici. Questi abusi possono includere la costruzione senza autorizzazione, la violazione dei limiti di altezza o di ingombro, l’uso improprio di terreni e molte altre situazioni in cui le normative non vengono rispettate.

La demolizione di un’opera edilizia abusiva può essere una delle misure adottate dalle autorità per far rispettare le leggi edilizie e ripristinare la legalità. Tuttavia, la decisione di demolire un edificio abusivo dipende dalle leggi locali, dalle circostanze specifiche e dalla volontà delle autorità competenti.

È importante notare che la demolizione di un edificio abusivo può avere implicazioni legali, finanziarie ed emotive significative per tutte le parti coinvolte, inclusi i proprietari dell’immobile. Pertanto, è essenziale seguire il processo legale appropriato e cercare un consiglio legale quando si tratta di casi di abuso edilizio.

In ogni caso, l’obiettivo principale è garantire che le costruzioni rispettino le normative locali per garantire la sicurezza pubblica e il rispetto dell’ambiente urbano.

La posizione del proprietario incolpevole rispetto all’ordine di demolizione di abuso edilizio nella sentenza 5748/2023 del Consiglio di Stato

È legittimo l‘ordine di demolizione dell’opera abusiva rivolto all’attuale proprietario, anche se questi non è l’autore dell’illecito, in quanto si tratta di una misura sanzionatoria avente carattere reale come chiarisce il Consiglio di Stato, sezione VII, 12 giugno 2023, sentenza n. 5748.
Si discuteva della legittimità di un’ordinanza di demolizione relativa ad opere edilizie di ristrutturazione edilizia realizzate senza titolo edilizio. In particolare, le opere realizzate avevano comportato modifiche di volume, sagoma in pianta, prospetti e superficie dell’immobile.

L’ordinanza, infatti, era stata notificata solamente agli attuali proprietari, nonostante l’abuso fosse stato realizzato dai precedenti proprietari dell’immobile. La censura, come si vedrà, non è stata ritenuta fondata. Né tantomeno le argomentazioni di merito sono state ritenute meritevoli di accoglimento dal TAR e dal Consiglio di Stato: non si è ritenuto condivisibile che la tamponatura di un sporto avrebbe dovuto essere qualificata come volume tecnico.

All’esito del giudizio, dunque, l’appello viene ritenuto infondato e viene confermata la sentenza di primo grado e respinta ogni pretesa dei privati.


La posizione dei proprietari incolpevoli rispetto agli abusi commessi da terzi sugli immobili di loro proprietà è diretta conseguenza del carattere di illecito permanente di carattere reale proprio degli abusi edilizi e del carattere ripristinatorio dell’ordinanza di demolizione.

In questo contesto, infatti, i proprietari dell’opera abusiva – pur non responsabili – sono soggetti comunque legittimati ed in grado di rimuoverla: da una parte, infatti, l’illecito, avendo natura permanente, sussiste a prescindere dalla corrispondenza tra responsabile e proprietario; dall’altra, la stessa natura reale degli ordini di demolizione di costruzioni abusive consente di prescindere dalla responsabilità del proprietario o dell’occupante dell’immobile.

In tal senso, infatti, il presupposto per l’adozione di un’ordinanza di ripristino è non già l’accertamento di responsabilità nella commissione dell’illecito, ma l’esistenza di una situazione dei luoghi contrastante con quella prevista nella strumentazione urbanistico-edilizia.

Lo scopo dell’ordine di demolizione è quello di ripristinare la legalità violata e, anche per questo motivo, come spesso viene ricordato dalla giurisprudenza, non sono necessarie formule sacramentali di motivazione, essendo l’interesse pubblico considerato in re ipsa e sufficiente la mera descrizione e rappresentazione del carattere illecito dell’opera realizzata.

Non ha colto nel segno neppure l’osservazione circa la legittimità degli interventi eseguiti da precedenti proprietari. Tale deduzione, infatti, non era stata accompagnata da alcun documento attestante che l’intervento in parola fosse stato realizzato in forza di un valido titolo edilizio: grava, infatti, sui ricorrenti l’onere probatorio relativo al titolo edilizio in forza del quale gli interventi contestati sarebbero stati realizzati e il Comune non è onerato di tale produzione probatoria.

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